ESPERIENZA SERVIZIO PRO-TERREMOTATI A CAMARDA adultiscout 29/05/2010
Caro Presidente,
voglio raccontarti la mia esperienza del servizio pro-terremotati.
Dal 12 al 19 settembre 2009, sono stata insieme ai terremotati di L’Aquila, nella tendopoli di Camarda e presso gli Uffici del C.O.M. 5 a Tempera, dove mi recavo ogni mattina alle 8,15 e tornavo al Campo la sera alle 19,30.
E’ difficile concepire la vita in tenda, per un così lungo periodo da parte degli ospiti della tendopoli: tante privazioni, sofferenze, rabbia, ma anche tanta disponibilità ad un sorriso e un grazie per un semplice servizio offerto. Per qualcuno, la fede cristiana aiuta a superare queste situazioni divenute ormai emergenze consolidate. Sale da sola la preghiera al Signore affinchè “chiedete e vi sarà dato” abbia sùbito una risposta per questi fratelli terremotati.
Quello che più mi ha colpito delle persone che svolgevano servizio al C.O.M. 5 è stato che anche nella confusione più totale, riuscivano, sempre con straordinaria pazienza, ad ascoltare le persone che si accalcavano davanti ogni porta, cercando di capire i loro problemi e laddove era possibile risolverli o indirizzarle negli uffici all’uopo preposti.
I volti di queste persone apparivano sempre tristi, arrabbiati per un futuro non futuro, per la sensazione di essere abbandonati a se stessi, per non avere alternative e ciò li portava a pretendere tutto e subito, creando ulteriore confusione.
L’esperienza a Camarda e al C.O.M.5 mi ha regalato momenti di vita che non dimenticherò mai. La dolcezza, sincerità e parole di affetto, delle tante persone che mi hanno ringraziato per aver semplicemente dato loro assistenza a cercare di risolvere i tanti problemi cui erano afflitti, semplicemente nel redigere una istanza, nella compilazione di modelli ecc., sono tutte impresse nel mio cuore. Come pure ho sempre davanti a me gli occhi gioiosi:
- della mamma della piccola Nicole, affetta da problemi renali, quando il Maggiore-medico aveva accolto la sua istanza di poter rimanere in loco o nelle vicinanze;
- di Rinaldo Paolo, di 82 anni, quando è stata accolta la sua richiesta di continuare a vivere i suoi giorni insieme a sua moglie, compagna di vita per 50 anni, e ora costretta a vivere fuori del Campo, separata da lui, perché affetta da grave patologia cardiaca;
- del piccolo Edoardo, dallo sguardo sempre triste, nel ricevere il pallone che tanto desiderava. La vita nella tendopoli lo aveva privato anche di queste piccole cose.
Sono certa che ho ricevuto tanto ma ho anche dato tanto.
Rimarrà pure, sempre vivo in me, il ricordo della sera quando insieme ai fratelli scout, riuniti in tenda verso la mezzanotte, invece del solito momento di preghiera, Angelo, da poco entrato nel nostro Movimento, con la sua chitarra ha cantato “La canzone dell’amore” tratta dal libro di Isaia e le riflessioni, cui hanno fatto seguito, su quanto sia necessario sentire Dio, farlo entrare in noi per trasmettere e donare all’altro l’amore di cui tutti abbiamo bisogno perchè solo allora ogni parola non tornerà indietro senza aver seminato.
Un abbraccio
Franca (Comunità Avezzano)
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